È in costante aumento in tutto il mondo il numero delle persone con diabete, una patologia che anche in Italia registra progressivi incrementi. Ecco chi sono e quali caratteristiche hanno i pazienti diabetici e qual è l’andamento del mercato, con le modalità che maggiormente escono dalla farmacia.
Non mancano certo le notizie sul diabete, definito il “flagello dei tempi moderni”, proprio nel mese in cui in tutto il mondo si tiene la “Giornata” dedicata a questa dilagante patologia (il 14 novembre). E così da varie fonti autorevoli arrivano informazioni dettagliate, come, per esempio, dal nostro ministero della Salute, che elabora uno specifico rapporto sullo stato dell’arte del diabete mellito, oppure dall’International Diabetes Federation (Idf), che nel 2021 stimava una presenza nel mondo di 537 milioni di diabetici -circa una persona su 10- e che ora prevede cresceranno a 643 milioni nel 2030, sino a raggiungere i 783 milioni nel 2045. In Europa poi, secondo l’Oms, sarebbero 62 milioni gli adulti che “convivono con il diabete”, malattia che è la quarta causa di morte. Il tipo 2, in particolare, diffuso in tutti i Paesi industrializzati, in Europa si riscontra nel 90% dei casi, mentre il tipo 1 copre il rimanente 10%.
Italiani che soffrono di diabete (in migliaia) e suddivisione per fasce d’età
(Fonte: Istat, Aspetti della vita quotidiana)
Ma quale, invece, la situazione in Italia? Nel 2023 il 6,3% della popolazione (quasi 4 milioni di persone) ha dichiarato di soffrire di diabete (rilevazione Istat su “Aspetti della vita quotidiana”), segnando così un trend crescente in questi ultimi 5 anni: dai 3,4 milioni di persone che affermavano di soffrirne nel 2018 si è passati ai 3,9 milioni del 2022 (+15,9%), registrando soltanto una piccola pausa nel 2023. Ma le stime ci dicono che ci sarebbe un altro milione e mezzo di italiani che non sanno di soffrirne.
Sette diabetici su 10 (2,5 milioni di individui) hanno un’età che supera i 64 anni (+5,9% rispetto al 2018), mentre il secondo gruppo, tra i 45 e i 64 anni (900 mila individui), nello stesso periodo è cresciuto dell’8,9%. Il terzo gruppo (0-44 anni) è passato da 161 mila a 257 mila unità, registrando così uno sviluppo del 59,6%. Il gruppo maggiore rimane quello composto dagli anziani, ma sta emergendo un incremento nelle classi più giovani.
Il diabete risulta più diffuso tra gli uomini (2 milioni, pari al 53,6%), meno tra le donne (1,7 milioni, pari al 46,4%). Più in particolare ne soffre il 6,9% dei maschi italiani e il 5,7% delle femmine. Data l’età prevalente dei pazienti, la professione principale è quella di “ritirato dal lavoro”, ovvero pensionato (1,8 milioni di persone), alla quale vanno aggiunte 677 mila casalinghe e 675 mila lavoratori, mentre le rimanenti 452 mila unità è “in altre condizioni”, tra cui anche i disoccupati. Per quanto riguarda, poi, la dislocazione, questa risulta assai diversificata tra le varie regioni: la patologia è più diffusa nel Molise 9,1%, in Calabria 9%, Basilicata 8%, Sicilia 7,8%, Umbria 7,6% e Puglia 7,0%, mentre è decisamente meno presente tra gli abitanti del Trentino-Alto Adige (3,6%).
I dati sell-out del mercato
A 100 anni della scoperta dell’insulina, Pharma Data Factory (Pdf), che raccoglie i dati sell-out delle farmacie, ci aggiorna sull’andamento delle vendite di specialità medicinali per il trattamento del diabete. Le classi terapeutiche prese in analisi sono: antidiabetici inibitori Sglt 2, antidiabetici agonisti Glp-1, insuline e analoghi umani, antidiabetici inibitori Dpp-Iv, glitazoni antidiabetici, biguanidi antidiabetici, sulfoniluree antidiabetici, glinidi antidiabetici, antidiabetici inibitori dell’alfa-glucosidasi.
È indubbiamente un settore che “tira” e che sta assicurando alle farmacie fatturati molto positivi. In un anno (anno mobile agosto 2024), sono stati venduti 69 milioni di pezzi di specialità orali e iniettive, per un valore di tre miliardi di euro. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente vi è stato un incremento dei pezzi venduti del +4,5%, e un’esplosione del valore del +17,1%, dovuto a un insieme di fattori legati principalmente alla formulazione, alla modalità di acquisto (Ssn, Dpc, Privato), alle nuove classi di farmaci richiesti.
Due sono le formulazioni principali dei farmaci antidiabetici: le preparazioni liquide iniettabili e le preparazioni solide orali. Le prime hanno prodotto nel 2024 (anno mobile ad agosto) la metà del fatturato, con un quinto di pezzi venduti, mentre le forme solide hanno registrato l’altra metà, con l’81% delle confezioni. In altri termini, con 13 milioni di pezzi l’iniettabile ha ottenuto 1,5 miliardi di euro, mentre il solido orale ha prodotto lo stesso valore con 56 milioni di pezzi. Il prezzo medio al pubblico per confezione del primo settore è stato di 116 euro, del secondo 26 euro.
Quali modalità d’acquisto?
Il 58% delle confezioni vendute dalla farmacia, pari a 40 milioni di pezzi, hanno usufruito del supporto garantito dal Servizio sanitario nazionale, il 35% delle unità, pari a 24 milioni di pezzi, sono passate dalla Distribuzione per conto (Dpc) e il 7%, pari a 5 milioni di unità, è stato acquistato direttamente dal cittadino. Il prezzo medio delle confezioni varia in modo significativo: si va dai 14 euro del Ssn, ai 25 del sistema privato, ai 95 della Dpc, per cui il 77% del fatturato (2,3 miliardi di euro) proviene da questa importante tipologia d’acquisto.
Con il Ssn sono entrati in farmacia 570 milioni di euro, con il privato 120 milioni. In particolare, la Dpc ha registrato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un incremento di vendite a pezzi del +18,1%, e a valore del +21,8%, mentre il Ssn registra un leggero calo di pezzi (-1,5%) e una stabilità a valore del -0,3%. L’acquisto privato nel suo piccolo ha avuto un leggero decremento di pezzi (-1,4%), ma un forte sviluppo del valore (+31,7%).
Fatturato per tipologia d’acquisto/ Classi di farmaci diabetici: top ten in quantità
Fonte: Pharma Data Factory
Ma arriviamo alla top ten dei farmaci più venduti (per numero di confezioni). Un terzo delle confezioni vendute appartiene alla classe dei biguanidi, con quantità leggermente inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,7%), gestite totalmente dalla farmacia. In forte sviluppo risulta poi la seconda classe di antidiabetici, gli inibitori Sglt 2, con un incremento di pezzi del +42,9%. L’ammontare di 10,6 milioni di confezioni vendute è stato ottenuto nella quasi totalità (9,7 milioni) attraverso la Dpc, con un incremento delle vendite del 44,1%, mentre sono stati acquistati direttamente dal paziente in farmacia 900 mila pezzi, con un aumento del 31,1%. La terza classe, le insuline e analoghi umani (8,3 milioni di pezzi) è in leggera crescita (+1,2%), metà attraverso la Dpc (4,2 milioni di pezzi, crescita +3,9%) e i rimanenti 4,1 milioni direttamente dalle farmacie, con un leggero decremento (-1,5%). La classe agonisti Glp-1 ha raggiunto i 7 milioni di confezioni, con il 20% in più dell’anno precedente, soprattutto attraverso la Dpc (6,1 milioni di pezzi, +29,0%). In forte contrazione, invece, le classi glinidi (-20%) e solfoniluree (-16,1%), mentre le altre classi riportate in tabella variano dal +0,3% dei glitazoni al -5,4% degli inibitori dell’alfa-glucosidasi.
Analizziamo anche le vendite in relazione all’età dei pazienti, considerato che i consumi per classi di età sono correlati alla numerosità dei diabetici rilevati dall’Istat. Il 68% delle confezioni vendute sono state richieste dagli anziani; per le persone fino a 49 anni il consumo di farmaci antidiabetici è contenuto nel 7,2% del totale, mentre tra i 50 e i 64 anni si registra circa un quarto delle vendite. Crescendo l’età troviamo il massimo tra i 65-74enni, per poi diminuire a 85 anni e oltre. I gruppi più dinamici sono i grandi vecchi (85 e più anni), che acquistano l’8,7% di pezzi in più del 2023, seguiti dai giovani di 25-34 anni (+6,6%) e dai giovanissimi (15-24 anni, +5,4%). Abbastanza contenuta la crescita del gruppo maggiore, con un modesto +1,6%, il più basso tra le altre classi d’età. Le regioni con più elevate vendite in pezzi sono la Lombardia (10,6 milioni di pezzi), la Sicilia (7,2 milioni di pezzi), il Lazio (6,9 milioni) e la Campania (6,8 milioni).
In conclusione, il diabete si conferma un’importante patologia a livello mondiale e risulta in costante crescita, tant’è vero che l’Oms propone un’azione comune tra i vari Stati per rafforzare le aree della prevenzione, della diagnosi, della terapia e soprattutto per contrastare le sue temibili complicanze. Vanno, però, anche considerati i positivi risultati delle ricerche scientifiche, che sempre più offrono speranze nella lotta a questa patologia. Anche i dati di vendita delle farmacie italiane dimostrano una particolare vivacità, a vantaggio del paziente attento all’innovazione, alle nuove possibilità di prevenire e di governare la malattia. I dati dell’anno qui proposti (anno mobile settembre 2023-agosto 2024) dimostrano come anche per la farmacia i risultati siano decisamente positivi, non soltanto in termini professionali, di consiglio e prevenzione, ma anche gestionali ed economici.
(Farma Mese N. 9-2024 ©riproduzione riservata)